VILLA “DEGLI ARMENI” – FIESSO D’ARTICO
– Villa Vitali, Flangini, Fini, Cottoni, Andriollo, Marchese de Seynos, detta “degli Armeni”,
è una villa seicentesca a pianta veneta, con due piani e sottotetto, inserita assieme a due barchesse e ad un oratorio in un parco molto esteso. La villa è un’interessante costruzione padronale dalla forma parallelepipeda, perfettamente inseribile in un quadrato.
Per le sue forme equilibrate ed armoniose, la storica dell’arte Elena Bassi ipotizza un’origine cinquecentesca che trova ulteriore conferma nell’elegante serliana (trifora con aperture laterali trabeate e quella centrale arcuata), presente sulla facciata posteriore.
Presenta un poggiolo dal motivo a trifora ad apertura mediana arcuata e sovrastante stemma gentilizio. Simile, con motivo del poggiolo più semplice, la facciata a nord. Nelle sale centrali della villa sono presenti passanti e soffitti a travature a vista.
Più a nord-est, ai lati e in posizione simmetrica si trovano le due barchesse, probabilmente costruite tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento durante la proprietà dei Padri Mechitaristi Armeni.
Infine il piccolo oratorio, commissionato e costruito nel 1777 durante la proprietà di Giovanni de Serpos, è caratterizzato dall’ampio timpano triangolare con oculo centrale sorretto da quattro paraste di ordine corinzio e, al centro, presenta un portale d’ingresso architravato sormontato da una lunetta semicircolare.
Della villa si trova traccia negli Archivi di Stato di Venezia e di Padova sin dal 1617, anno in cui è di proprietà del mercante veneziano Vidal Vidalli Antonio, che nel 1632 la vende all’avvocato Tommaso Flangini, originario di Corfù. Alla morte della figlia Marietta, che godeva nel frattempo di questo bene, il marito la cede alla ricchissima famiglia Fini. A questo periodo, secondo la Bassi, risalirebbe la decorazione degli interni con dipinti greci.
Nel 1701 i banchieri Domenico e Nicolò Cottoni rilevano la proprietà di Fiesso, come testimonia pure la stampa n. 32 di Costa. Già nel 1757 la residenza passa di proprietà a Giovanni de Serpos, il quale commissionò la costruzione del piccolo oratorio.
Nel 1794 i Padri Mechitaristi Armeni acquistarono il corpo padronale e fecero successivamente erigere le due barchesse laterali.
Abbandonata per un lungo periodo e dopo essere stata destinata anche ad ospedale da campo, la villa dopo un lungo e accurato restauro ha ripreso oggi la sua originaria funzione abitativa.
(Fonti: PasseggiandoInBicicletta; Comune di Fiesso d’Artico)