Comunicato del Ministro degli Affari Esteri armeno
– YEREVAN, 1 aprile 2017: E’ passato un anno dall’aggressione azera contro l’Artsakh.
Durante i quattro giorni di aprile 2016, l’Azerbaigian ha condotto lo stesso tipo di aggressioni e barbarie contro la popolazione dell’Artsakh che aveva tenuto durante i 4 anni di guerra iniziata nel 1990, quando aveva cercato di privare il popolo del Nagorno-Karabakh del diritto di vivere nella propria terra e del diritto all’autodeterminazione.
Rendiamo omaggio alla memoria di tutti i soldati che caddero respingendo l’attacco dell’Azerbaigian contro l’Artsakh e che hanno dato la vita per prevenire massacri di massa contro il popolo del Nagorno-Karabakh.
Mentre la comunità internazionale condannava le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze armate azere, il governo di Baku lodava gli atti di barbarie e i loro autori.
L’avventatezza dell’Azerbaigian ha gravemente danneggiato il processo di pace.
Il 16 maggio 2016 a Vienna, su iniziativa del Segretario di Stato USA, e il successivo 20 giugno a San Pietroburgo, su invito del Presidente russo Putin, hanno avuto luogo le riunioni dei Presidenti dell’Armenia e dell’Azerbaigian, con lo scopo di stabilizzare la situazione, impedendo nuove escalation, e di creare le condizioni favorevoli al processo di negoziazione. Come risultato di questi incontri è stato sottolineata la necessità di risolvere il conflitto con mezzi pacifici, rispettando gli accordi trilaterali del 1994-95 di cessate-il-fuoco, che non hanno limiti di tempo. Si è inoltre convenuto di stabilire nel più breve tempo possibile un meccanismo di inchiesta per le violazioni del cessate-il-fuoco e per espandere le capacità del team del Rappresentante Personale del Presidente in carica OSCE.
Tuttavia, l’Azerbaigian ha rifiutato l’attuazione degli accordi raggiunti, ritrovandosi isolata in opposizione alla comunità internazionale.
La più alta dirigenza azero sta apertamente mentendo quando afferma che i Paesi co-presidenti del gruppo OSCE riconoscono il Nagorno-Karabakh come parte dell’Azerbaigian. Si finge di non capire cosa intendano i Paesi OSCE quando affermano che il Nagorno-Karabakh ha il diritto all’autodeterminazione attraverso la propria volontà giuridicamente vincolante. L’Armenia condivide lo stesso approccio: infatti, lo status giuridico finale del Nagorno-Karabakh dev’essere deciso dal popolo dell’Artsakh. La falsificazione di Baku mostra il fallimento della politica azera. Dopo aver fallito il processo di negoziazione, Baku ha ricorso all’intervento militare, fallendo ancora una volta.
La guerra di aprile ha mostrato ancora una volta che l’Artsakh non può essere mai parte dell’Azerbaigian a qualunque titolo, e che l’attuazione del diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh è un processo irreversibile.
In risposta alla continue minacce dell’Azerbaigian ad usare la forza, la comunità internazionale ha avvertito chiaramente che tutto ciò non sarà tollerato.
Come garante della sicurezza dell’Artsakh, l’Armenia continuerà a garantire la sicurezza del popolo del Nagorno-Karabakh. Insieme ai Paesi del gruppo OSCE di Minsk continueremo gli sforzi volti ad una soluzione esclusivamente pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh.
(Fonte: Comunicato ufficiale MFA)
Un pensiero su “Comunicato del Ministro degli Affari Esteri armeno”