Zvartnots
Storia del Museo Storico-Culturale
La fondazione del Parco Archeologico di Zvartnots, avvenuta nel 1900-1907, si fa risalire all’iniziativa del frate di Etchmiadzin Khachik Archimandrite Dadyan. Tutta l’area archeologica contiene un numero considerevole di reperti eccezionali, sia della Chiesa di San Gregorio Illuminatore (o Zvartnots, 641-652) sia delle costruzioni adiacenti. I reperti vennero portati alla luce grazie al lavoro di Toros Toramanyan, nel 1904.
Il 2o marzo del 1923 venne creato il Consiglio del Sito Archeologico di Zvartnots, a capo del quale venne posto Khachik Archimandrite Dadyan, famoso studioso di folklore e archeologo. Il 17 aprile 1924 il sito venne inserito nel Comitato per la Preservazione delle Antichità d’Armenia.
Nel periodo tra il 1924 e il 1944 il parco funse da semplice sito archeologico di Zvartnots, dal 1944 al 1986 come Museo Monumentale “Zvartnots”, dal 1986 al 1989 come Museo Storico-Architettonico e dal 1990 al 2003 come Riserva-Museo Storico ed Architettonico. Dal 2003 si trova sotto l’egida del “Servizio per la Protezione di Luoghi Storici e delle Riserve-Museo Culturali”. E’ situato nella regione di Armavir, nel distretto Zvartnots della città di Etchmiadzin, al 15° chilometro dell’autostrada Yerevan-Etchmiadzin.
Nel 1957, a seguito della decisione della Repubblica Socialista Sovietica d’Armenia, il parco storico-archeologico venne ristabilito, vennero creati parchi intorno, venne curato il verde. Vennero innalzati tabelloni informati in 5 lingue (oltre al Braille) nei pressi dei luoghi notevoli.
Nel 1936-1937 , nella parte sud della Chiesa di Zvartnots, venne costruito il museo, su progetto dell’architetto Nikoghayos Buniatyan e sotto la supervisione dell’archeologo Karo Ghafadaryan. Il palazzo del museo venne aperto il 7 novembre 1937. Nel 1988 il museo venne allargato su progetto dell’architetto L. Sadoyan. Il territorio del museo venne allargato 4 volte, fino alla forma finale del 2003. Attualmente il museo consta di 3 aree: 2 dedicate all’esposizione permanente, e una dedicate ad esposizioni temporanee. I reperti archeologici custoditi nell’area museale ammontano a circa 10.000 pezzi, i più importanti e completi dei quali sono esposti nelle gallerie aperte al pubblico.
Una terza galleria espositiva permanente è in corso di realizzazione.
Nella parte esterna del museo ci sono molti resti delle mura originarie della chiesa di Zvartnots, molte colonne con capitelli a forma di cesti o di aquila, una fonte battesimale, i resti dell’edificio del Catholicos, i bagni, le celle per i monaci, i resti di una basilica precedente risalente al IV-V sec., oltre ad alcuni reperti risalenti al II-I millennio a.C. e ad un monumento di forma fallica risalente al periodo pre-cristiano e all’iscrizione in caratteri cuneiformi del re urartiano Rusa II (685-645 a.C.).


I reperti che si trovano sia all’interno del museo che nel campo archeologico testimoniano l’influenza della Chiesa di Zvartnots sull’architettura e la cultura armena. Dal 2000, Zvartnots, insieme alla Chiesa Madre di Etchmiadzin e ad altre chiese di Vagharshapat, sono state inserite nella Lista dell’Eredità Mondiale dell’UNESCO.
(Traduzione parziale e rielaborazione da: “ZVARTNOTS” HISTORICAL-CULTURAL MUSEUM-RESERVATION)
Storia di Zvartnots
Il sito era un centro di culto sin dai tempi precristiani. Gli scavi hanno portato alla luce le fondamenta di un tempio urartiano, un altare sacrificale e un’iscrizione cuneiforme del re Rusa II sulla costruzione di un canale collegato al fiume Hrazdan che si è conservato fino ad oggi.
Nel corso della storia il tempio urartiano fu sostituito da un tempio ellenistico, nel 301 dopo l’adozione del cristianesimo fu rimpiazzato da una basilica che a sua volta fu sostituita da una basilica a unica navata nel V-VI secolo (le fondamenta si trovano a sud della cattedrale).
La cattedrale fu costruita nel 643-652, anni difficili per la vita politica dell’Armenia.
Nel 640 gli Arabi invasero l’Armenia occupando la capitale Dvin e minacciarono di occupare il resto del paese.
Nel 641 morì il Catholikos Yezr I Parazhnakertsti.
Il principe Theodoros Rshtuni, cercando di unire il Paese contro le forze arabe e bizantine, sostenne l’elezione di Nerses III Tayetsi come Catholicos nei 641. Formato a Bisanzio e avendo servito nell’esercito, Nerses, ritornando in Armenia, divenne vescovo della regione di Taik prima di diventare Catholicos.
Nerses III Tayetsi è noto nella Storia anche con il nome Nerses Il Costruttore per il gran numero di chiese da lui fondate durante gli anni del suo servizio come Catholicos (641-661). Egli commissionò la costruzione della cattedrale Zvartnots con lo scopo di renderla la sede del Catholicos. Il Catholicos Nerses III costruì anche il palazzo del Catholicos, gli edifici della Congregazione monastica, gli annessi, le mura, e anche un canale per portare l’acqua dal fiume Qasakh, fondò dei giardini.
La cattedrale Zvartnots è una costruzione architettonica unica. La cattedrale fu una delle più alte costruzioni del mondo di allora (circa 45m). Al posto delle costruzioni e delle basiliche con cupola a forma di croce tipiche del temp, la cattedrale di Zvartnots presentò completamente un nuovo stile. La cupola centrale si posa sugli angoli e sulle absidi che formano un circolo intero.
L’originalità e la grandezza della costruzione permettono di descrivere la cattedrale, sulla quale nacquero moltissime leggende, come “una vera meraviglia di architettura”,”un miracolo universale”. Ci sono innumerevoli testimonianze sulla bellezza della cattedrale nelle fonti scritte. Una storia racconta che nel 652 l’imperatore di Bisanzio Costas II assistette alla consacrazione del tempio e fu talmente colpito dalla costruzione e dalle sue dimensioni che assunse l’architetto della cattedrale per costruirne una simile a Costantinopoli. L’architetto, però, si ammalò e morì sulla strada.
Sia gli storici armeni che quelli arabi ammiravano la bellezza della cattedrale di Zvartnots. Ci sono alcune chiese simili a questa conservate nei molti Paesi del Vicino Oriente. Una si trova nell’Armenia Occidentale, nel villaggio di Ishkhan, il luogo di nascita del Catholicos Nerses III Tayetsi, conosciuto anche come Ishkhanetsi (di Ishkhan).
(Trascrizione da uno dei cartelli informativi intorno alla chiesa)
L’idolo della fertilità
Sul territorio del complesso dì Zvartnots si può vedere un fallo di pietra che è il simbolo del concepimento e della rinascita della natura. È stato ritrovato durante gli scavi ed è tipico dei luoghi di culto (Ltchashen, Metsamor, Shamiram, Karmir blur, Oshakan, ecc) dell’Armenia precristiana. Il fallo fu considerato sacro dai pagani in quanto lo legavano con il rito della fertilità. Questo tipo di culto potrebbe avere origini nelle società pre-tribali da cui si diffonde nella Grecia antica, a Roma, nei paesi orientali. Il culto del fallo è ancora presente nell’induismo e fra alcuni popoli africani.


La scoperta del gran numero di pietre di questo tipo nei siti archeologici armeni a volte permette di attribuire la loro provenienza dall’altopiano armeno. La pietra che univa in sé l’aspetto femminile e quello maschile rappresentava più che il concepimento e la nascita. La pietra simboleggiava l’equilibrio fra l’energia maschile e femminile ed i principi astratti della creazione. Nel mondo antico spesso i due simboli del maschile e del femminile furono messi insieme nei templi indiani, egiziani e in quelli dell’antica Grecia.
(Trascrizione da uno dei cartelli informativi intorno alla chiesa)
L’iscrizione cuneiforme di Rusa II
Davanti al museo si trova la pietra con l’iscrizione cuneiforme del re urartiano Rusa II sulla costruzione di un canale dal fiume Hrazdan (Ildaruni) e sui sacrifici agli dei a questo proposito. Rusa II (il re di Urartu circa 685-645 a.C.) ereditò uno stato grandissimo però indebolito da molti anni di guerra. Rusa cercava di arricchire il paese tramite grandissimi progetti edili. Egli fondò numerose città, costruì strade, canali e acquedotti. Uno dei più famosi canali tuttora porta il suo nome.
Nell’iscrizione di Rusa II si fa cenno sull’importanza del sito:
Al dio Khaldi, al suo Signore,
Rusa, figlio di Argishti,
ha scritto questa iscrizione.
Con la potenza di Khaldì,
Rusa, figlio di Argishti, dice:
La valle di Kuralini era una terra vergine.
Non c’era niente.
Quando ha ordinato Khaldi
Ho fondato questo vigneto,
Ho fondato terre arabili, un nuovo bosco,
Ho costruito una nuova città.
Ho costruito un canale dal fiume di lldaruni
con il nome Umeshe.
Quando la valle di Rusa
è irrigata dal canale,
sia bruciato vivo un capretto
al dio Khaldi,
una pecora a Khaldi,
una pecora al dio Teisheba,
una pecora al dio Shivine,
una vacca ad Aniku.
Da Rusa, il figlio di Argishti, che è un
re potente, un re grande
dell’universo.
Il re del Van,
Il re dei re e
Il re della città di Tosp (Toshpa).
Rusa, figlio di Arghishti, dice:
Chiunque guasti questa iscrizione,
chiunque la rompa,
chiunque la sotterri,
chiunque la inondi con acqua,
chiunque la sposti,
chiunque la prenda via dal Sole o dica “distruggila”
chiunque dica a un altro “L’ho fatto io”,
chiunque cancelli il mio nome,
e scriva il suo,
sia egli di Van o un nemico,
che Khaldi, Shivine, Teisheba sradichino il suo nome,
la sua famiglia,
dalla terra.
L’orologio solare

L’orologio solare era appeso alla parete meridionale della cattedrale Zvartnots. Esso porta un’iscrizione che dice:”Prega Dio giorno e notte”. Attenti alle lettere armene nella parte inferiore del quadrante; ogni lettera armena ha un valore numerico, dall’una alle dodici. In armeno si legge e si scrive da sinistra a destra.
(Testo originale a cura della Santa Sede di Echmiadzin.)
Infografiche interne al museo
![Vardan Bardzraberdtsi - Universal History - XIII century VARDAN BARDZRABERDTSI UNIVERSAL HISTORY XIII century - "Bishop Nerses of Tayk became Catholicos alter the death of Yezra [641]... He rebuilt the burnt martyrium of St. Sargis [in DORI, erected a holy church on top of Khor Virap and laid the foundations of the great church of St. Grigor in Arapar, interring bits of St. Grigor's [the Illuminator] relics under the foot of its four columns."](https://laterradihayk.files.wordpress.com/2016/07/vardan-bardzraberdtsi-universal-history-xiii-century.jpg?w=471&resize=471%2C981&h=981#038;h=981)
MKHITAR AYRIVANETSI HISTORY OF ARMENIA XIII century
“641 [year]. Nerses the Builder erected St. Grigor [Zvartnots] church in Arapar, which evoked universal amazement. It was ruined by the Arabs.”
VARDAN BARDZRABERDTSI UNIVERSAL HISTORY XIII century – “Bishop Nerses of Tayk became Catholicos after the death of Yezra [641]… He rebuilt the burnt martyrium of St. Sargis [in Dvin], erected a holy church on top of Khor Virap and laid the foundations of the great church of St. Grigor in Arapar, interring bits of St. Grigor’s [the Illuminator] relics under the foot of its four columns.”