Console armeno lancia l’allarme: “Gli islamici ci stanno massacrando perché cristiani”
Pietro Kuciukian è il Console Onorario della Repubblica d’Armenia. Fine intellettuale e scrittore, persona estremamente posata e pacifista convinto, ha accettato di narrarci lo spaventoso genocidio del suo popolo in una terra che è accerchiata da paesi musulmani particolarmente aggressivi: Iran, Turchia e Azerbaijan.
“La situazione del globo intero è preoccupante e chi ci sta andando di mezzo, per prime, sono le piccole nazioni, come l’Armenia, che ha dato molto al mondo e può continuare ancora a dare”, ci racconta. “C’è un genocidio di cui non si parla. Fino a pochi giorni fa era ancora in vigore l’armistizio per la guerra tra Azerbaijan e Nagorno-Karabakh, terminata nel 1994 con la vittoria degli armeni. Ma il nuovo presidente azero ha rimesso il trattato in discussione. E ci sta bombardando“.
“Il conflitto non è mai stato una guerra di religione, ma una pulizia etnica e una conquista dei territori. Adesso lo è diventata: qualche giorno fa sono state emesse due fatwa, dallo sheik al-Islam (sapiente dell’Islam; N.d.R.) dell’Azerbaijan e da quello di Istanbul in Turchia per decretare la guerra santa contro di noi. Adesso il conflitto sta assumendo proporzioni incredibili e feroci. Ed il motivo è che l’Armenia ed il Karabakh sono gli unici paesi della zona rimasti cristiani o di cultura cristiana”.
“In passato”, continua il console, “per bombardarci toglievano i cannoni dalle navi del Caspio. Gli armeni, quasi per un miracolo, poco attrezzati e con poche armi, si sono difesi e sono riusciti a guadagnare terreno, resistendo sino all’armistizio. Con il nuovo presidente azero la situazione è cambiata, i nostri vicini hanno messo in campo dei droni armati, che hanno falcidiato in questi giorni le postazioni armene. E poi c’è la cancellazione del nostro ricordo”.
“Gli azeri hanno messo in atto, in questi anni, una propaganda spietata, di demonizzazione degli armeni in quanto tali. Nessuno può difenderci. Un intellettuale azero che ha scritto un libro invitando alla pace e che doveva partecipare ad un nostro convegno a Venezia è stato bloccato alla frontiera; lui, la moglie ed i suoi figli hanno perso lavoro ed i suoi libri sono stati bruciati sulla pubblica piazza. Che cosa aveva fatto di male? Era solo un azero che aveva chiesto pubblicamente pace e riconciliazione. Quello che stiamo vivendo è a tutti gli effetti un genocidio…”.
Fonte: Il Populista
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