“How Science Cleansed Her of the Cruel Turk’s Brand of Shame
Tattoed by her heartless master as a living symbol of ownership and religion, Nargig Abakiam, one the few survivors of the Armenian Massacres, is freed of her hideous disfigurements by American Surgeons.”
In quest’articolo apparso sul “The Washington Times”, il 5 settembre 1920, si racconta la storia terribile di questa ragazza, Nargis Avakian, una delle pochissime sopravvissute al Genocidio Armeno, figlia di una ricca famiglia armena di Sivas (Sebaste), considerata una delle ragazze più belle della città.
Dopo la morte della madre e l’uccisione del padre da parte dei turchi, Nargis fu rapita di notte da una banda di curdi, e venduta per 3 cavalli ad uno sceicco arabo, Tashin Melaz, che la vendette al mercato di Urfa ad un altro ricco arabo, Abou Seraldz. Quest’ultimo, per sancire il possesso della ragazza, la fece marchiare con i segni della sua tribù.
Fortunatamente, Nargis riuscì a fuggire grazie all’aiuto di un amico, e a raggiungere uno zio ad Aleppo, che l’aiutò a raggiungere l’America, dove le furono rimossi i tatuaggi dal Dottor Edgar T. Strickland.