SILVANA DE MARI, su Facebook, ricorda il Genocidio Armeno
– Nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. L’inganno universale è affermare che l’Illuminismo sia stato tolleranza e amore per l’uomo: è stato odio. L’inganno universale è sostenere che il comunismo sia stato altro che sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Il razzismo omicida di Hitler, il genocidio, la tragedia degli armeni, quella degli ucraini: tutto è nato lì, in quegli splendenti salotti dove Voltaire dissertava il suo odio e Rousseau inventava la tesi del buon selvaggio, che suona bene, ma che è una colossale sciocchezza e giustifica l’annientamento di società intere, così da tornare finalmente all’innocenza originaria.
I genocidi, tutti, sono azioni di un inferiore verso un superiore. Gli armeni erano il dieci per cento della popolazione turca. Ma erano il cinquanta per cento dei medici e il cinquanta per cento degli ingegneri. E sono stati uccisi durante la prima guerra mondiale. Con i soldati che morivano d’infezione negli ospedali hanno ucciso i medici. È stato calcolato che se Hitler non avesse distrutto gli ebrei, se non avesse sottratto uomini, soldati, filo spinato, se non avesse eliminato medici e ingegneri, i russi li avrebbe fermati, non a Stalingrado, nemmeno al confine russo, ma al confine tedesco li avrebbe fermati. A Berlino non sarebbero arrivati. I tutsi erano l’aristocrazia guerriera e l’aristocrazia intellettuale del Rwanda. In Cambogia sono stati uccisi in maniera capillare, eliminando anche i bambini, gli appartenenti alla classe borghese, cioè chi sapeva leggere e scrivere; ed era sufficiente possedere un paio di occhiali per essere condannati a morte. Dopo di che sono rimasti senza medici, senza insegnanti, senza infermieri.
(Fonte: Pagina Facebook – Silvana De Mari)