Gli affreschi della Chiesa armena di Famagosta

Friburgo, 8 giugno 2016 – La chiesa di Famagosta Surb Astuacacin (Chiesa di Santa Madre di Dio) è situata nella parte nord-ovest della città medievale, nel cosiddetto quartiere siriano.
È stata, probabilmente, costruita dagli armeni che si sono trasferiti dal Regno armeno di Cilicia a Cipro.
Gli stretti legami commerciali tra le due città portuali di Ayas e Famagosta hanno contribuito alla formazione di una prospera comunità armena nella città cipriota, dove molte minoranze culturali e religiose avevano espresso il desiderio di costruire proprie chiese come testimonianza visiva delle proprie identità.
L’interno della chiesa probabilmente è stato decorato nel corso del 14° secolo, quando il numero di famagostani armeni ha continuato ad aumentare, specialmente a seguito dell’esodo degli armeni dopo le invasioni dei mamelucchi nel Regno Armeno.
I ricercatori hanno spesso definito la Chiesa Armena come una “piccola ed elegante” struttura. Nel piano terra si trova una chiesa a navata unica con un abside. L’interno, anticamente, era ampiamente decorato con affreschi, che sono stati restaurati di recente, dopo essere stati coperti per decenni.
Gli affreschi della semi-cupola dell’abside sono quasi completamente scomparsi, fatta eccezione per la rappresentazione di una figura femminile.

A giudicare dal suo abbigliamento femminile e dalla posizione, ella era probabilmente uno dei benefattori della chiesa (forse dei quadri?). Si nota la sua posizione in ginocchio di fronte a una figura sacra, probabilmente Theotokos (uno degli appellativi di Maria, Madre di Dio, n.d.r.), che dà il nome a questa chiesa. Anche se la raffigurazione del benefattore in quella parte della chiesa è rara nell’arte armena, non è sorprendente nel contesto dell’arte altamente interconnessa di Famagosta.
Sulle parti superiore e inferiore della parete nord, gli affreschi mostrano alcune scene della vita di Cristo.
Nella parte inferiore, il ciclo narrativo inizia con la Natività, l’Annunciazione e il Battesimo, e prosegue in alto con le scene della Flagellazione, il Calvario, la Crocifissione, la Deposizione e l’Inumazione.
Sulla stessa parete nord, una scena incorniciata dell’Akra Tapeinosis (la Somma Umiliazione di Cristo, raffigurazione tipica dell’arte cristiana orientale, n.d.r.) decora la parte superiore della nicchia ad arco, che era utilizzata come ǝncayaran (parete dei regali votivi).

Sul lato sinistro della parete occidentale è raffigurato un Santo guerriero, che molto probabilmente è San Teodoro (Սբ Թորոս). Ciò è confermato anche dall’iscrizione, di cui almeno le prime lettere sono facilmente distinguibili (ԹՈ / t’o).
Sulla stessa parete, a destra dell’ingresso principale, sono raffigurate due sante: Sant’Elena e Santa Paraskevi. Accanto a quest’ultima vi è una scritta in armeno: ՍՈՒՐԲ [ՈՒՐ] ԲԱԹ (Venerdì Santo).
Sulla parete sud si può notare la figura in piedi di San Giovanni Battista, circondato da sedici piccole scene e decorato con una cornice con motivi floreali e stemmi. Sulla stessa parete, vi è la Dormizione della Vergine.
Secondo la descrizione di Camille Enlart, sulla parete sud dovrebbe trovarsi una rappresentazione del Cristo Pantocratore, di cui rimane solo un piccolo frammento.

Autore originale: Gohar Grigoryan
Traduzione in italiano: Fabrizio Di Paolo
(Articolo originale tratto da ArmenianArt.org)
Foto: Thomas Kaffenberger, Michele Bacci and Gohar Grigoryan
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