Genocidio armeno. Non ti dimentico
(di Cinzia Robbiano)
Siamo tornati da due settimane dall’Armenia. Ad ogni angolo di strada ci veniva chiesto di ricordare il Genocidio. Le città erano disseminate di striscioni e di viole del pensiero, il fiore simbolo del Genocidio. Sulle vetrine dei negozi, nei ristoranti, sui baveri delle giacche degli uomini.
I cinque petali della viola simboleggiano i 5 continenti in cui i profughi trovarono rifugio. 4 sono i colori che la compongono e ciascuno di essi ha un significato:
Il nero simboleggia il passato e l’orrore del Genocidio
Il viola chiaro la luce interna il presente, il sogno di unificazione.
Il viola , il colore del simbolo, è ampiamente usato negli indumenti dei Sacerdoti della Chiesa Apostolica Armena.
Il colore giallo (eternità) è il colore del sole, della speranza della vita.
Gli spicchi in cui è suddiviso rappresentano i 12 pilastri del Memoriale del Genocidio (Tsitsernagaberd).
Lo slogan “ricordare e rivendicare” (Remember and Demand, n.d.r.) invita a non dimenticare la tragedia ed è un invito rivolto a tutti gli armeni a presentare questo richiamo al mondo intero.
L’invito lo abbiamo accolto anche noi. Un magnete sta sul nostro frigorifero, insieme a molti altri dei nostri viaggi, accanto a quelli che ricordano l’Olocausto. Perché se nel Talmud è scritto Chi salva una vita salva il mondo intero, allora è vero anche il contrario.
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