ANTON ČECHOV e gli ARMENI
– Anton Čechov, un grande classico della letteratura di tutti i tempi, era indissolubilmente legato agli Armeni.
Essendo un dottore, Cechov riceveva ed inviava migliaia di lettere, che numerava ed ordinava alfabeticamente. Il fatto che, improvvisamente, le sue lettere furono rese pubbliche non imbarazzò minimamente lo scrittore, il quale affermava che “non aveva nulla di cui vergognarsi”.
Una parte di quelle lettere conteneva le tracce dei collegamenti dello scrittore con gli Armeni.
In una lettera del 1888, lo scrittore scriveva alla sorella di aver ricevuto la visita di un gruppo di persone, tra cui il grande pittore di origini armene Ivan Aivazovsky, allora 75enne. Cechov sembrava deliziato della presenza del pittore, il quale gli appariva come una persona molto allegra, dignitosa e “con mani molto morbide”. Così scriveva in una lettera a sua madre:”La sua natura (di Aivazovsky, n.d.r.) è complessa e degna di attenzione. Egli combina sia il nonno ingenuo che il generale, che Otello. E’ sposato con una ragazza giovane e molto bella, che ha ancora molti ricci. Lo spirito e il genio armeno si sente ad ogni passo qui a Feodosia (in Crimea, n.d.r.).”
In un articolo apparso sul quotidiano “Rostov Sera” si raccontava che i primi periodici apparirono a Rostov-sul-Don alla fine del XIX secolo grazie agli immigrati Armeni che provenivano dal Nakhichevan.

Il 10 gennaio 1897 Cechov scrisse una lettera riguardo alla “Preparazione dei dialoghi in favore degli armeni vittime delle atrocità turche”. Nella lettera di riferiva all’opera monumentale di G.A. Dzhanshiev “Aiuto fraterno in favore delle vittime armene dei turchi”, a cui voleva partecipare scrivendone un articolo. Ma purtroppo il destino gli precluse la possibilità di scriverlo a causa di problemi di salute. Nonostante ciò, la vendita dell’opera riuscì a fruttare 30mila rubli che furono inviati per aiutare gli armeni sopravvissuti ai massacri. Quando fu il momento di scrivere la seconda parte dell’opera, Cechov riuscì a partecipare scrivendo un racconto intitolato “Un carretto”.

Nel 1898 Anton Cechov incontrò il fondatore della pittura storica armena Vardges Sureniants in Crimea. Pochi anni prima, nel 1895, Cechov aveva messo in scena il suo dramma “Il gabbiano”, che però si rivelò un fiasco clamoroso. Allora Cechov chiese aiuto a Sureniants chiedendogli di realizzare le scenografie per lo spettacolo. Questa volta fu un successo clamoroso.
(Fonti: SputnikArmenia; Armenianculture)
Tutto sempre molto interessante.Grazie.
Virginia
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